Monsampolo- Lo scopo del Progetto è quello di affrontare in maniera multidisciplinare alcune problematiche della filiera del peperoncino piccante

img_9394Al CREA di Monsampolo l’autunno è iniziato nel segno del piccante.

E’ stato infatti presentato agli operatori del settore il progetto “Pepic” (Filiera del peperoncino piccante: interventi di ricerca per la scelta varietale e per l’innovazione dei processi colturali) che vede il coinvolgimento di 7 unità operative del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e del Centro Appenninico del Terminillo dell’Università degli Studi di Perugia. Il Progetto PEPIC, con inizio nel 2014 e termine nel 2017, abbraccia a 360° la filiera del peperoncino piccante.

L’interessante convegno a cui è seguita la visita presso i campi sperimentali si è tenuto presso la struttura di Monsampolo del CREA.

A fare gli onori di casa, il direttore Dott. Nazzareno Acciarri e la Dott.ssa Nadia Ficcadenti, 1° ricercatore, che si è interessata della fenotipizzazione morfo-fisiologica e agronomica delle linee allevate in regime biologico, dello sviluppo di tecniche colturali finalizzate al risparmio energetico ed idrico, della caratterizzazione con marcatori molecolari delle linee allevate e dell’esecuzione di incroci sui materiali genetici selezionati.

Presenti il coordinatore del Progetto Dott. Teodoro Cardi, Direttore del CREA-ORT di Pontecagnano, e il Dott. Pasquale Tripodi, ricercatore presso lo stesso Centro, che ha curato la genotipizzazione con marcatori molecolari e la fenotipizzazione morfo-fisiologica e agronomica delle linee allevate. Erano, inoltre, presenti i rappresentanti delle altre Unità Operative del Progetto e i rappresentanti istituzionali e di aziende di Marche ed Abruzzo che hanno contribuito alla realizzazione della giornata.

Lo scopo del Progetto è quello di affrontare in maniera multidisciplinare alcune problematiche della filiera del peperoncino piccante, con interventi finalizzati alla valorizzazione del germoplasma locale, all’innovazione varietale e all’ottimizzazione delle tecniche colturali.

Diverse, infatti, sono le problematiche che interessano la coltivazione del peperoncino nel nostro Paese. Tra le principali: la difficoltà ad identificare in maniera univoca e rintracciabile i prodotti nazionali, con conseguenze riguardanti la purezza dei materiali e la loro qualità; la suscettibilità a diverse malattie, che generano un rischio di estinzione soprattutto per gli ecotipi locali privi di resistenze genetiche; gli alti costi di produzione, legati ad una bassa meccanizzazione soprattutto in fase di raccolta, e di trasformazione; la limitata diversificazione dell’uso dei prodotti, che potrebbe avere un effetto positivo sul reddito degli agricoltori.

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